24/07/2023

Cirasedda non abita più qui

con Vincenzo Ricca /drammaturgia di Roberta Amato e Alice Sgroi /assistente alla regia Gabriella Caltabiano /regia Nicola Alberto Orofino /produzione INVENTO - lavorare d'incanto

AMARE L’ASSENZA
note di regia per CIRASEDDA NON ABITA PIU’ QUI
di Nicola Alberto Orofino


Natale detto Cirasedda è un bambino di 12 anni che passa le sue giornate sopra u’ pisolu
della sua casa. Dentro la mamma esercita il mestiere più antico. Fuori Cirasedda accoglie, aspetta e congeda i clienti.
Due cose si possono dire di Cirasedda, che ama la sua mamma incondizionatamente e che nessuno può toccargliela. E se pensando a quest’ultima cosa ti viene da ridere, vuol dire che non conosci abbastanza il difficile mondo in cui vive e il suo cuore straziato. Il mondo difficile coincide in tutto e per tutto con quello dei nostri quatteri che da anni cerco di raccontare (GLAM CITY, I MOSCHETTIERI) nella convinzione che li si annidano l’autenticità e la meraviglia di questa città, Catania, in cui anime mangiate e vomitate hanno il medesimo olezzo delle carnazzerie della sua strada prediletta. Per questo quella di Natale detto Cirasedda è una storia solo apparentemente estrema. In un luogo che tutto si fa piacere, in cui tutto può essere digerito, legalità, giustizia, il reclamo di condizioni minime di convivenza sociale e civile, il sacrosanto diritto ad una infanzia felice, sono solo fantasticherie rigurgitate da qualche trasmissione televisiva nazionale lontana anni luce.
Nonostante tutto Natale detto Cirasedda ama la sua mamma più di qualunque altra cosa. La ama a prescindere. La ama più della sua vita. Ama perfino la sua assenza. È assente mamma Carmela. Chiusa in camera da letto, non esce mai. Non c’è quando Cirasedda vuole andare al mare. Non c’è quando Cirasedda apparecchia la tavola per mangiare il polpettone. Non c’è quando Cirasedda è felice perché sta per completare l’album di figurine dei calciatori. Non c’è quando si addormenta. Non c’è mamma Carmela. Non c’è nonostante sia sempre lì, a casa. Non c’è perché la vita le ha consegnato un destino di contraddizioni. E questo che io, spettatore privilegiato di questa storia non riesco a sopportare. È esattamente questa mancanza che vogliamo raccontare.
Alla drammaturgia Alice e Roberta, due donne che meglio di chiunque sanno raccontare i cuori spaccati di questa città.
In scena Vincenzo, uomo di rara sensibilità. Perfetto per quello che si vuole mettere in scena. Dedico questo spettacolo a tutti i bambini che amano senza misura.
E anche ai grandi che riescono a ricordarselo.

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