28 agosto

Cinque stanze per Stefano D'Arrigo

Compagnia Insana

di Dario Tomasello
con Mariarita Andronaco, Federica Giglia, Aurora Grasso, Lorena Pagano, Dario Tomasello

Cinque stanze per Stefano D’Arrigo è una performance nello “Stretto” perché cimentarsi con tale impresa significa appunto concentrarsi, di là da ogni calembour, con le forche caudine di una lingua e di uno stile estremamente impervi.

Una lingua e uno stile che nel mare trovano la scaturigine più immediata. È così, infatti, che Walter Pedullà ha inquadrato la questione: «Lo Stretto è un fiume che, pieno di cadaveri di marinai, sembra l’Acheronte ma la fessura fra Scilla e Cariddi simboleggia quella da cui nasce l’uomo. Nel mare si nasce e si muore, siamo quasi solo acqua. Secondo Savinio, la parola ebraica «maru» significa deserto e morte, ma anche madre e mare, acqua in cui si annega e che è pure liquido amniotico. Si son dati convegno tutte le lingue e tutti i miti del Mediterraneo in Horcynus Orca, che racconta splendori e misteri, epica ed epicedio, sapori e saperi dell’insondabile elemento che abbraccia l’Isola, nonché la Penisola, insomma la Terra».

La formula adottata per la presente performance, che nasce su impulso produttivo della “Notte della ricerca 2021” (organizzata dall’Università di Messina) e vede coinvolti le studentesse del DAMS di Messina, è quella della stanza intesa quasi come unità strofica di una canzone unica ed eterogenea, dedicata all’immensa avventura dello scrittore messinese di cui ricorre nel ’22 il trentennale della morte. Ogni stanza scandisce un aspetto non solo del testo di D’Arrigo, ma dell’immaginario multiforme ed epico da cui esso scaturisce e che esso ha rilanciato in misura così felice e suggestiva.