dal 30 settembre al 2 ottobre
Come va a pezzi il tempo
Ultimi Fuochi Teatro
di e con Alessandra Crocco e Alessandro Miele
Produzione Ultimi Fuochi Teatro / Progetto Demoni – Capotrave / Kilowatt Festival- Infinito srl
- Nelle stanze della Tenuta Rasocolmo
- 18.00 - 19.00 - 20.00
- info e prenotazioni 393.3343760
- Biglietto 20€ con aperitivo
- 35 min
Lo spettatore entra in una casa disabitata da poco.
Ogni cosa è ancora al suo posto e il tempo sembra essersi fermato.
Il silenzio amplifica il distacco tra i il visitatore e un luogo ancora muto.
Ma quella casa è stata vissuta ed è carica di segni che a poco a poco iniziano a parlare.
Dal silenzio riaffiorano ricordi, momenti differenti, legati eppure distanti. Le porte, le stanze, gli oggetti, gli odori raccontano una storia, evocano le persone che hanno abitato quel luogo, le chiamano a ripetere scene già vissute.
“Le case non conservano fantasmi ma trattengono gli effetti degli ultimi gesti di vita”. (Elena Ferrante)
È una storia ridotta in pezzi, come la memoria di una vita, come un sogno ripercorso con la mente al risveglio.
È l’ultimo canto di un luogo prima che il tempo lo faccia lentamente decadere.
“Le cose belle giungono a un certo punto e poi cadono e svaniscono, esalando memorie mentre si distruggono”. (Francis Scott Fitzgerald)
Lo spettatore viene condotto dentro la storia, attraversando le stanze e nello stesso tempo le vite di chi le ha abitate, testimone discreto dell’eco di un passato che risuona ancora una volta.
Tenuto sul limite tra mondo reale e mondo immaginario, potrà quasi toccare i due personaggi ma non intervenire perché tutto e già accaduto.
Vedrà i due rincorrersi, incontrarsi e separarsi nelle diverse stanze e infine lasciare l’appartamento per sempre.
Il visitatore si ritroverà quindi di nuovo solo, nel silenzio irreale della casa inanimata eppure ormai familiare. Il distacco provato all’ingresso cederà il passo alla sensazione che si prova quando si abbandona un luogo pieno di ricordi.
Come va a pezzi il tempo è un ritorno ai luoghi non teatrali che erano stati al centro di Demoni-frammenti, il nostro primo progetto.
Di questa modalità di lavoro ci interessa la vicinanza tra attori e spettatori e la ricerca di una recitazione fatta di piccole sfumature, quasi cinematografica.
In Demoni-Frammenti avevamo estratto da Dostoevskij tre episodi che venivano programmati in giorni diversi, offrendo allo spettatore un appuntamento quotidiano con i personaggi del romanzo.
In Come va a pezzi il tempo invece proviamo a riunire i frammenti di una storia in un unico piano sequenza considerando l’occhio dello spettatore come l’obiettivo di una telecamera.