“A narrare il mutare delle forme in corpi nuovi mi spinge l’estro. O dei, se vostre sono queste metamorfosi, ispirate il mio disegno, così che il canto dalle origini si snodi ininterrotto fino ai miei giorni”. Così il proemio delle Metamorfosi di Ovidio.

Il mutare delle forme in corpi nuovi. L’alterazione.
La modificazione della sostanza e dell’aspetto delle cose, di una condizione, essenza stessa della vita e dunque dell’arte.
La crisalide che diventa farfalla, le foglie, fiori, Dafne che diventa pianta d’alloro, per sempre cara ad Apollo, Gregor che diventa scarafaggio. La metamorfosi che è alterazione, è il cambiamento che genera, crea. Nella morte la vita, nella vita la morte.
La natura è il punto di partenza. Nella natura e nell’arte è la metamorfosi, lo strumento grazie al quale ognuno crea un’identità propria, definita e unica con cui può volare, viaggiare, danzare.
Seconda riflessione post-pandemica attorno al movimento, all’alterazione dell’essere, queste piece tenta di modificare la crisalide in farfalla, di ragionare sul senso della creazione artistica.

Creare resistendo o resistere creando? La natura ci fornisce esempi ogni giorno così come la cultura e l’arte: la farfalla, i fiori, i fili d’erba, gli uccelli, l’arcobaleno usano la trasformazione per adattarsi alla vita in Natura, evolvendosi.

Lo spettacolo si divide in tre fasi:
La ristrettezza; essere legati, bloccati non permette libertà.
La metamorfosi; dalla libertà nell’aria, nello spazio, nella terra ci si modifica adattandosi alla realtà a cui si appartiene con forza e dolcezza, tenacia e coraggio, semplicità e sensualità.
L’identità; la ricerca di una propria identità permette lo sviluppo della creatività, ognuno la sua, personale e speciale.

Sono immagini in movimento, natura in movimento, ogni forma crea un elemento che si evolve e cresce per diventare proprio.

Dedico questa danza a chi mi ha insegnato il valzer e cos’è l’amore più puro.